Io non so se tu fai parte di quelli che hanno seguito i nostri consigli durante quest’ultimo anno, ma evidentemente parecchi soldati di questo esercito lo hanno fatto.
Perché secondo le analisi dell’Istat il delivery nell’ultimo anno ha avuto un fatturato di 44 miliardi di euro e questo solo in Europa. Nello specifico in Francia, Germania, Italia e Spagna.
Mica male no? 44 miliardi di euro di mercato e se sei stato furbo, una fetta te la sei presa anche tu.
Ma ora che stiamo vivendo una fase di riaperture, ti starai probabilmente chiedendo che devi fare a proposito del delivery.
Forse pensi che ora che viviamo una sottospecie di normalità e puoi semplicemente ritornare al tuo vecchio modo di lavorare…
SBAGLIATO!
Abbandonare del tutto quella strada per tornare a lavorare solo in presenza sarebbe un errore grave. E il motivo è molto semplice.
Quest’esperienza ti ha provato che i tempi cambiano, che non si sa mai quello che ci riserva il futuro e che è importante rimanere al passo con i tempi e trovare soluzioni innovative per problemi che siamo chiamati ad affrontare.
Altrimenti il rischio è uno solo. Quello di fallire miseramente e di essere costretto ad una vergognosa ritirata. E la colpa non sarà più della crisi, né di qualche strano agente patogeno o di un governo inetto, ma solamente tua.
Quindi, prima che tu faccia scelte affrettate, lascia che ti racconti qual è il futuro del delivery in Italia e nel mondo.
Un importante report di Morgan Stanley (leader della banca d’affari con sede a New York) consiglia ai gestori di locali di utilizzare gli aggregator online (come ad esempio Just Eat) e di creare un proprio team dedicato al delivery per riuscire a trarre vantaggio da questo cambiamento epocale nel modo di ordinare.
Insomma, il mondo è cambiato e tu devi adeguarti se non vuoi soccombere o rimanere indietro. E nel farlo, non devi comportarti da pecorone come chiunque altro, ma sfruttare le opportunità che trovi a tuo vantaggio e da lì sopravanzare il nemico.
Il messaggio chiave è che i locali devono essere presenti ANCHE online o il rischio è di perdere introiti a favore di chi invece si trova sulle principali piattaforme di delivery o, a maggior ragione, ne ha creata una tutta sua.
Ma come fare a capire se affidarti ad un’app di delivery (tua o non tua) ti conviene o no? Semplice, il delivery dovrebbe farti aumentare il fatturato del 50%.
Questo è un numero che è stato dato da qualche professorone che probabilmente non ha mai avuto un locale in vita sua, e io ti dico qual è il fattore che devi guardare tu sul serio.
Intanto non prendere in considerazione il fatturato, che conta quanto i numeri del Superenalotto, ma gli UTILI.
Se stare su un’app o gestire gli ordini a domicilio con la tua applicazione brandizzata ti porta più utili, e lo puoi sapere perché tutto sarebbe tracciabile, allora ha senso.
Se invece ti porta fatturato e rotture di palle, ma niente utili, allora non ne vale la pena.
E’ sufficientemente chiara la formula magica?
Per darti una risposta, il preussposto fondamentale è che devi misurare ciò che fai, e di questo ne abbiamo parlato ampiamente anche in merito al business plan di cui non puoi fare a meno di questi tempi, o sarai sotterrato dai debiti senza nemmeno accorgertene.
Avevo già parlato anche delle varie fee che le app riservano ai propri clienti per aiutarti a scegliere con chi affiliarti (se ti sei perso l’articolo, lo trovi qui), ma la verità è che una volta che avrai una lista clienti degna di questo nome, non avrai più bisogno delle app di Delivery di terzi e potrai creare la tua piattaforma in modo da tenerti tutta la torta – e non doverla quindi più dividere con i tuoi concorrenti e le multinazionali del caso.
Se per il momento non disponi di una lista clienti, ma spero per te che tu ci stia lavorando seguendo i nostri consigli, è imprescindibile usare App come Just Eat, Glovo o Deliveroo.
Queste app, hanno fatto il lavoro per te e ti prestano la loro lista clienti in cambio di una percentuale su ogni ordine.
E a proposito di questo, pare che Deliveroo stia incoraggiando ristoranti e bar ad affiliarsi promettendo di non chiedere una fee su ogni ordine, ma un abbonamento annuale che sarà intorno ai 100 euro.
Un po’ come funzionano gli abbonamenti a Netflix, Amazon Prime o Spotify che tengono il cliente ancorato a loro con una piccola cifra mensile o annuale. In ogni caso, questo stratagemma messo in campo da Deliveroo, permetterà ai locali che non hanno ancora la loro lista clienti di ammortizzare le spese e di non pagare alcuna percentuale sugli ordini a domicilio evasi.
Mica male no?
Magari ancora non ti sei convinto dell’idea che DEVI essere presente online.
Magari ti dici che il tuo locale prima della pandemia era sempre pieno e tornerai semplicemente ai vecchi ritmi. Io spero per te che sia così, ma senza avere una presenza online e senza tenere in piedi il delivery, piano piano perderai clienti e ti troverai a competere con chi invece online c’è eccome!
Questo perché? Semplicemente perché tra pochi anni la generazione Z (i nati tra il 1995 e il 2015) rappresenterà il 40% dei consumatori e questa fetta di popolazione fa TUTTO online e non conosce altri modi di interagire col mondo.
Per la prima volta infatti, una generazione sarà nata e cresciuta in un mondo digital a 360 gradi e tu non puoi permetterti di perdere questo treno. Non si può perdere questa fetta di mercato, significherebbe uno svantaggio competitivo troppo forte in favore dei tuoi concorrenti più “smart”.
Statisticamente i maggiori consumatori appartengono alle giovani generazioni, con 3 ragazzi su 10 sotto i 30 anni che ordinano a domicilio rispetto al solo 6% delle persone di età superiore ai 60 anni. Quindi capisci bene che man mano che le nuove generazioni prendono il posto di quelle vecchie, le percentuali si alzeranno e tu perderai potenziali clienti.
Ecco come si dividono le varie fasce d’età per tipologia di ordini che hanno a che fare con cibi e bevande:
Dopo tutto quello che è successo negli ultimi mesi, anche i più grandi si sono abituati alle comodità delle app e della consegna a domicilio, senza considerare che non possiamo escludere, purtroppo, che in futuro non ci siano altre zone rosse con le restrizioni del caso.
In una situazione del genere, se arriverai a quel momento – facciamo gli scongiuri del caso – allenato e con un pubblico che acquista regolarmente da te a domicilio, non accuserai la botta come probabilmente ti è successo agli inizi del 2020, quando nemmeno credevi che si potesse fare delivery in certi tipi di locali come i cocktail bar.
Al contrario, se decidi di dismettere corrieri e presenza sulle app, o ancora peggio di spegnere la TUA app brandizzata per le consegne, allora ti dico che ti stai dando la zappa sui piedi e “te la stai cercando” seriamente.
Anche immaginando che non ci siano ricadute a livello sanitario, non puoi far finta che tutti siano così felici di consumare nei locali. Ma li hai visti quelli che girano in macchina da soli con la mascherina, o che mettono le medesime mascherine sui filtri dell’aria dentro l’abitacolo?!?
Siamo d’accordo che c’è gente che è stata letteralmente lobotomizzata dai media, più che dalla pandemia, ma quelle sono persone che una volta venivano a bere e mangiare da te, e se vuoi continuare ad averle come clienti, allora è meglio che accantoni l’idea di abbracciarle di persona, e che continui a garantirgli un servizio con “distanziamento sociale” a casa loro, che più Covid Free non si potrebbe!
Ecco perché è così importante, al di là del periodo storico, che tu continui a fare delivery anche ora che si torna a una parvenza di normalità.
Ma soprattutto, è importante che costruisci la tua lista clienti per poter piano piano abbandonare le app che supportano i pigri (che non hanno ancora capito quanto cazzo è importante e cruciale questo momento per loro).
Tu l’hai capito? Sei pronto a lavorare duro e a mettere in pratica quello che diciamo da mesi?
Perché se è veramente così, allora è tempo che cominci a creare un vero database di clienti a cui poter inviare inviti, offerte riservate e link per ordinare i delivery in autonomia e senza pagare un solo euro di commissione ad alcuna multinazionale.
Andrea Marini
Generale di BAR WARS