Mi sono fatto questa domanda almeno un milione di volte nell’ultimo periodo. Non volevo limitarmi a darti una sola possibilità, una sola ancora di salvataggio.
Voglio darti la libertà di scegliere. Cosa che oggi – purtroppo, per cause di forza maggiore – scarseggia.
Mi sono guardato intorno tanto e a lungo. Oggi finalmente posso dirti quello che ho trovato in giro e tu sarai libero di prendere spunto se qualche idea ti sembra buona e soprattutto percorribile.
Questo perché non basta avere un’idea buona per realizzarla. Vorrei dirti che è così, ma sai benissimo che ci sono almeno 1500 cose da valutare per ogni strategia che intraprendi.
► Un’idea per essere fattibile deve scontrarsi per prima cosa con le tue finanze. Hai abbastanza cassa per metterla in pratica?
► In secondo luogo deve incontrare le tue capacità. Hai tutte le conoscenze e le abilità per realizzarla?
► In ultimo luogo, banalmente, deve avere potenzialità di guadagno. Devi vederci un futuro e possibilità di guadagno interessanti. Altrimenti non ne vale la pena. Questa idea potrebbe farti marginare abbastanza rispetto a tutte le spese che implica?
Proprio perché dipende tutto da te, dalle tue peculiarità specifiche e dalle tue possibilità economiche, ti espongo tutto quello che ho trovato facendo ricerche nel nostro settore anche (e soprattutto) fuori dai confini nazionali, oltre alle idee che sono venute in mente a me e al mio team. Tu valuta se qualcosa fa per te e sentiti libero di “rubarle” per poi adattarle alla tua realtà.
Per inciso, tutti questi spunti sono cose che puoi integrare al cocktail delivery e non ti sto dicendo assolutamente di abbandonare il servizio di consegna a domicilio – che resta un’arma a mio avviso imprescindibile nel nuovo mondo dei virus, come insegna il recente exploit di Amazon.
Non sta scritto da nessuna parte che in questa quarantena si deve fare una e un’unica cosa per salvare il proprio locale. Anzi, dovresti avere più armi possibili con cui lottare (e incassare) per evitare di fallire.
Fino a qualche mese fa avevi le feste private, gli aperitivi, i passanti, i tour operator, gli eventi a tema con la musica dal vivo… Erano tutte iniziative che avevano l’obiettivo di portarti più clienti. Ed oggi, con tutte le limitazioni che ci sono, devi fare la stessa cosa reinventando la tua attività, e chissà che tra qualche mese – quando questa storia del distanziamento sociale e del virus sarà FINITA – tu non decida di portare avanti le strategie che ti salveranno il culo adesso.
Ecco qui dunque, le alternative (o le fedeli compagne) rispetto al cocktail delivery:
1) Fai consulenze a pagamento. Navigando online ho trovato la storia di questo bar manager americano che era rimasto disoccupato dopo la chiusura del locale in cui lavorava. Così, ha deciso di mettere al servizio di tutti le sue abilità nella creazione di ricette cocktail: i clienti gli indicano gli ingredienti disponibili in casa propria, e lui tira fuori un cocktail da gustare subito spiegandogli anche come prepararlo. La cosa strepitosa è che parte dei profitti vengono donati in beneficenza per l’emergenza covid. Questa iniziativa ha fatto sì che la gente parlasse di lui in maniera virale, fino a farlo arrivare al telegiornale della sera! Inutile dire che in poco tempo si è ritrovato stra-pieno di clienti a cui prestare il servizio comodamente dal suo salotto, risolvendo sia l’incombenza economica personale, dando un boost enorme alla sua reputazione garantendosi una futura assunzione per quando i locali potranno riaprire al pubblico, e in più riuscendo ad aiutare nel concreto i bisognosi. Quelli che se la passano davvero male. Geniale? Di più.
PRO: Al di là dei soldi, sicuramente il ritorno d’immagine. Un bartender che fa beneficenza e che offre un servizio del genere se non ad amici e gratis non l’avevo mai visto. TU?
CONTRO: La domanda da farsi è: chi sarebbe disposto a pagare per una tua ricetta? Per portare avanti un’iniziativa del genere devi essere effettivamente bravo nella consulenza che proponi, ma ancora più bravo nel venderti bene.
2) Vendi oggi per domani. Una delle cose che non dovresti mai sottovalutare è il potere delle offerte. Se per qualche motivo non ti sei ancora deciso a fare delivery e il tuo locale ha la serranda abbassata, per incassare potresti vendere ai tuoi clienti dei coupon da 5, 10 o 20 cocktail che potranno ritirare non appena si potrà riaprire al pubblico. Ovviamente, se il tuo prezzo di vendita normale è di 12€ a drink, non potrai proporre dei coupon allo stesso prezzo per il singolo cocktail, ma dovrai sacrificarti un po’. 10€ a cocktail per il coupon da 5 consumazioni? 8€ per quello da 10? 6€ a consumazione per il coupon da 20 consumazioni? Se senti un po’ di dolore allo stomaco nel dare via un’offerta del genere, vuol dire che la gente la apprezzerà e ne farà man bassa! Questa sorta di crowfunding (raccolta fondi) può essere molto valida anche se stai già facendo delivery e alcuni dei tuoi clienti non vedono comunque l’ora di tornare al bancone per ubriacarsi in tua compagnia: vedrai che i tuoi veri fan risponderanno positivamente se farai loro delle offerte degne di tale nome! Anche in questo caso, nessuno ti vieta di destinare parte del ricavato in beneficenza: sarà un motivo in più per le persone di giustificare l’investimento “a vuoto” e per farti fare pubblicità gratuitamente attraverso il passaparola e le PR.
PRO: Vendendo oggi dei cocktail che verranno consumati domani avrai solo incasso e zero spese, almeno fino alla riapertura. In un momento del genere in cui le entrate sono poche (se non zero) questi soldi “puliti” sarebbero oro colato per sostenere le spese che continuano a bussarti alla porta ogni fine mese.
CONTRO: Quando i tuoi clienti verranno a riscuotere i coupon, su ogni drink guadagnerai meno di quanto facevi normalmente, ma d’altronde stai vendendo qualcosa che potranno consumare solo tra qualche settimana ed è più che giustificato marginare meno per fare subito cassa, perché è di quella che hai bisogno ora.
3) Punta sull’ASPORTO. A partire dal 4 Maggio, escludendo alcune differenze di Regione in Regione, per bar e ristoranti è possibile fare asporto. Quindi, potrai preparare i tuoi cocktail e consegnarli ai clienti di passaggio di fronte al tuo locale. E’ un modo di riavvicinarsi lentamente all’apertura al pubblico e tornare ad una specie di normalità. Chiaramente, se il tuo locale non è in una posizione di passaggio, non c’è bisogno che ti dica che l’asporto non lo devi prendere in considerazione, o quanto meno non dovresti farlo senza una precisa strategia di marketing. Se crei un’offerta in cui dici alle persone del tuo quartiere che devono passare a ritirare il pacco al locale, e riesci quindi a comunicare con questi clienti/potenziali clienti attraverso una newsletter, un sms, un messaggio su WhatsApp o sui social media, allora anche se non ti trovi su Corso Buenos Aires a Milano l’asporto potrà funzionare.
PRO: Finalmente potrai aprire le porte al pubblico. Certo, con tutta una serie di precauzioni, ma meglio vedere il bicchiere mezzo pieno! E’ un servizio che puoi certamente aggiungere al delivery per aumentare le tue possibilità di incasso.
CONTRO: almeno inizialmente non pensare di essere invaso dai clienti. Anche perché sarà ancora vietato creare assembramenti, ma se sei in contatto con la tua “lista” può essere un’ottima occasione per ripartire. Inoltre devi ripensare al packaging, nel senso che dovrai servire i drink nei bicchieri monouso che per un cocktail non sono esattamente il massimo. A meno che…
…A meno che non ripensi a ciò che vendi.
Siamo abituati a credere che se fino a ieri il listino diceva che il Mojito nel nostro bar veniva 8€, più di quello non potrà mai costare perché in zona fanno tutti lo stesso prezzo. E questo, ti dico la verità, lo trovo profondamente sbagliato.
Tornando all’esempio di poco fa, se tu versi il Mojito in un bel barattolo di vetro con la cannuccia di carta riciclabile, con tanto di manico per consumarlo strada facendo in queste calde giornate di primavera, e lo chiami pure “Mojito Quattro Stagioni”, allora da 8€ potresti passare a 12€ dicendo che gli regali il bicchiere (con appiccicato l’adesivo del tuo locale) e marginando anche su quello.
Il bicchiere che ho preso come esempio è questo qui e ha anche il tappo con il foro per le cannucce riciclabili, argomento a cui tutti sono iper-sensibili al giorno d’oggi:
In questo modo, il tuo cliente non avrà speso 12€ per un cocktail da asporto consumato in 5 minuti, ma li avrà investiti per godersi una bella passeggiata gustandosi il tuo Mojito, più il bicchierone che potrà tenersi a casa e riutilizzare all’infinito – clicca sul link per vedere quanto è bello! Lo stesso barattolo, per la cronaca, per te sarà un fedele alleato che le persone avranno pagato per sorbirsi la tua pubblicità tra le mura domestiche grazie all’adesivo personalizzato con il tuo brand. C’è da aggiungere altro?
Insomma, io devo dire che 2 o 3 mezze idee per te le ho tirate fuori. Confesso che gli altri Generali di BAR WARS mi hanno dato una mano, ma ciò che conta è che questi spunti siano arrivati a te.
Ora che li ho messi nero su bianco cosa ne dici? Pensi di metterne in pratica qualcuno?
LASCIA CHE TI DICA UNA COSA: NON PENSARE E AGISCI.
Fai i conti che devi fare, ma poi parti perché ogni giorno in cui stai fermo è un giorno che ti avvicina al fallimento, mentre qualcun altro si fa il culo per davvero e conquista quote sempre maggiori del tuo stesso mercato.
A questo punto ti lascio lavorare, ma non appena parti con una di queste iniziative commenta questo articolo per raccontarmi come sta andando: ogni feedback sarà utile per tirare fuori nuove idee e contromisure con cui battere la crisi in cui ci troviamo.
Al prossimo piano di battaglia soldato!
Andrea Marini
Generale di BAR WARS
Salve Generale, gestisco il mio cocktail’s bar da più di 20 anni, e da settembre ho aperto anche un ristorante italiano, in un piccolo borgo antico di 15000 anime nell’alto salento.
Appena è scoppiato questa pandemia, mi sono subito allertato, cercando subito delle soluzioni.
Ho iniziato subito con i Bond, che sarebbero: paga oggi con uno sconto e consumi domani quando siamo aperti. ( ma non funzionano)
Ho iniziato con il delivery sia al bar, che al ristorante, ma la richiesta è minima, non riusciamo, nonostante siamo i più bravi a vendere così!(forse perché noi siamo nati per fare accoglienza ed ospitalità). Unico vantaggio una bella visibilità sui social, ma a livello economico non riusciamo a far crescere la cassa.
Io credo che per la nostra realtà, prima ci fanno aprire e prima potremo capire come poter rigestire le nostre attività. Credo manchi poco, dobbiamo solo organizzarci bene e creare dei messaggi di fiducia e sicurezza per i nostri clienti. Comunque apprezzo molto il vostro lavoro, bravi vi seguo sempre.
Un saluto, e buon lavoro.
Salve, qui il Generale Contreas. Come hai anticipato tu, il primo problema è che entrambe le tue attività – correttamente diversificate – hanno una base di clientela ridotta, ma bisognerebbe capire come stai comunicando con i tuoi clienti. Se i tuoi locali sono ben frequentati dal vivo e i numeri sono dalla tua parte, tecnicamente significa che il tuo bacino di utenza era sufficiente prima e lo è anche adesso, ma forse non stai arrivando davvero dentro casa loro con il tuo marketing.
Se hai già letto l’articolo https://www.barwars.it/come-acquisire-clienti-gratis/ allora sai che il tuo primo problema da risolvere potrebbe essere di trovare un modo più efficace “dei social” per parlare con le persone che aprono il portafogli per i tuoi servizi – che sono una cosa ben diversa da quelli che ti seguono su Facebook, visto che circa 9 volte su 10 non vedono ciò che comunichi online, a meno che non ci metti dei soldini sopra ogni volta. E anche lì bisogna farlo in un certo modo perché porti i risultati sperati.
Questo è lo spunto più diretto su cui ti farei riflettere partendo dal presupposto che non conosco nel dettaglio la tua attività. Se vuoi, approfondiamo il discorso qui, oppure puoi fare una richiesta sul Gruppo Riservato, così che anche i tuoi commilitoni possano trarre beneficio dalla didattica che ci faremo sopra.
PS Grazie per i complimenti, ma preferiamo ricevere insulti e sapere che state TUTTI ottenendo risultati positivi anche grazie ai nostri contenuti. Ovviamente siamo solo all’inizio e c’è tantissimo da lavorare, quindi testa bassa e continuiamo a pedalare che la strada è lunga! 🙂
Ora con gli ingressi contingentati cerchiamo di recuperare quanti più contatti possibili . Io credo molto alle alternative, sopratutto insolite , però la costanza , ci vuole , e un po’ di tempo che a noi purtroppo manca ..
La guerra non si vince in un giorno, ma si affronta una battaglia alla volta. Intanto inserisci un pezzo, poi magari dopo qualche giorno ne aggiungi un altro, e vedrai che passo dopo passo, già tra 1 mese ti ritroverai un gran bel pezzo più in avanti.
Ciao Generale!Interessante l’ Idea dell’asporto con bicchiere in regalo.. però non so quanto possa essere effettivamente fattibile. Nella mia città e in molte piazze d’italia, L asporto in vetro non è consentito. E giustamente il cliente fisso storce il naso solo al pensiero della plastica! Inoltre sul lato pratico( io non sono titolare locale ma dipendente,interessata comunque a salvarmi il culo!) ci troviamo a lavorare quasi tutti con organico ristretto e riuscire a offrire il doppio servizio(tavoli e take away) diventa spesso difficile. O quantomeno si va a perdere la possibilità di creare un certo tipo di ospitalità,rapporto col cliente perchè non si ha il tempo necessario da dedicargli.. come ovviare a questo?! Grazie sempre di tutti i consigli preziosi!
Salve soldato. Ovviamente quelli che ho dato sono degli spunti che devono incontrare delle condizioni favorevoli sul TUO campo di battaglia. Purtroppo non esistono “trucchi” universali, altrimenti saremmo tutti ricchi con uno schiocco di dita, ma dobbiamo imparare a guardare oltre le linee nemiche e ragionare in virtù di ciò che possiamo e non possiamo effettivamente fare. E’ chiaro che se delle regolamentazioni nella tua città vietano il vetro per l’asporto – e mi preoccuperei di verificare in quali orari è effettivamente così -, allora dovremo scegliere un altro elemento per creare “l’effetto wow” che ci consentirà di alzare il ticket di vendita. Se il problema fosse “solo” l’orario, invece, nulla ci vieterebbe di applicare uno spunto come quello del bicchiere in vetro in omaggio fino al limite consentito e poi stop, creando anche un effetto di scarsità e magari spingendo le persone a rifornirsi in orari in cui normalmente il tuo locale lavora meno. Parlo sempre per ipotesi ovviamente, non potendo conoscere nel dettaglio le tue specifiche condizioni di battaglia.
Per quanto riguarda il problema del personale, in realtà ti sei risposta da sola: se a ranghi ridotti non riuscite a fare un buon servizio… Dovete aumentare i ranghi! 🙂 Il compito del tuo comandante è analizzare i numeri per capire se investendo una risorsa in più per fare adeguatamente il take away, in aggiunta al servizio al tavolo classico, gli porta di più. Se però lui/lei batte scontrini senza differenza (o ne batte la metà) e quindi non ha una gestione della cassa per COMPETENZA (cosa vendi e possibilmente a chi), andrà a “sensazione”, che per un imprenditore significa semplicemente lavorare alla cieca. Una vera bestemmia. Se dai numeri VEDI che fare meglio il take away ti mette nelle condizioni di vendere di più e ti porta più euro in cassa di quelli che spenderebbe per la nuova risorsa – mentre restando sotto personale perde soldi che non vedrà mai – allora la scelta diventa molto, molto semplice da fare. Non a caso si chiama investimento: metto dei soldi sul piatto per fare in modo che me ne torni una quantità maggiore. L’importante è non buttarsi come se stessi tirando un dado a monopoli, ma farlo dopo aver analizzato i flussi e quindi i numeri del proprio lavoro in maniera dettagliata.
Spero di averti chiarito qualche dubbio.
Generale apprezzo ogni articolo.
Però parliamo in continuazione di cocktail e delivery…
fatelo un caspita di webinar con 3 cocktail a basso costo di produzione e alto margine, così tutti ci mettiamo in riga!
aspettiamo sull attenti Generale
Soldato Leone, se non fosse ancora chiaro qui non parliamo di cocktail e cappuccini. Quelli sono solo dei prodotti come tanti altri e non sono quelli a fare la differenza in un’azienda, nemmeno se si tratta di un bar. La differenza la fa il modo in cui viene strutturata l’offerta, in cui viene comunicata al proprio pubblico target e quindi la gestione finanziaria che fa girare i numeri in tuo favore. Non esiste il “cocktail ad alto margine”, ma l’esigenza di un imprenditore di vendere a determinati prezzi spendendo determinate cifre per determinate quantità, così da andare almeno in “break even”. Il tuo compito è fare queste previsioni – come da business plan – e il cost analysis, e se non ti soddisfa vai dal tuo capo barman e gli spieghi che deve fare in modo che lo stesso drink costi X di meno, oppure lo deve cambiare togliendolo dal menu se non ci riesce. Il webinar sui cocktail ad alto margine, quindi, non lo vedrai MAI da queste parti, ma puoi andarti a leggere il nuovo articolo in uscita domani del Generale Malizia sulla “guerra del prezzo” in riferimento a tutto ciò che vendi nel tuo locale. Buono studio soldato,
Capitano Fenix